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Thomas W. Laqueur: Sesso solitario.
Storia culturale della masturbazione

di Enrico Valtellina

22 ottobre 2012



Frugando di recente tra le cartelle cliniche tardo ottocentesche raccolte nell’archivio di un ex ospedale neuropsichiatrico, mi sono sorpreso a trovare indicata come eziologia di varie patologie mentali, mania, nevrastenia, lipemania, ebefrenia, l’onania compulsiva. Ancora più sorprendentemente, dopo un paio di decenni, nel nuovo secolo, ogni riferimento alla masturbazione scompare, se non come motivo di scandalo qualora praticata in pubblico. Del resto anche Paolo Mantegazza, nella Fisiologia del piacere, accanto all’elogio del fumo e della cocaina, si scaglia con tutto il suo impeto morale di igienista contro la pratica abominevole della manustuprazione. Sono note inoltre le metodiche coercitive ideate dal padre di Daniel Schreber per prevenire l’abuso di sé nei giovinetti.

Una pratica universalmente diffusa fin dalla notte dei tempi si manifesta così come oggetto storico, non solo, si rivela al cuore della dominante epistemica del tempo in cui si è posta come problema. Il libro si Thomas Laqueur muove da qui, dal momento dell’insorgenza della masturbazione come problema medico, dal 1712, data della pubblicazione di Onania, primo testo che demonizza una pratica fino ad allora indifferente.

Scritto con prosa brillante e argomentato implacabilmente, Sesso solitario (Il Saggiatore, 2007) è in qualche modo un libro esemplare di approfondimento di un fenomeno culturale, capace di tessere i fili disparati ed eterogenei che raccordano i discorsi al tempo della loro evenienza, tanto che un titolo adeguato avrebbe potuto essere Illuminismo e masturbazione (o Kant-foucaultianamente, Che cos’è l’illuminismo, che cos’è la masturbazione).
    La masturbazione moderna può essere datata con una precisione rara nella storia della cultura. Nasce all’incirca nello stesso anno in cui nasce il “nostro” esemplare di tipo umano, quel selvaggio irsuto, entusiasta e profondamente consapevole di sé di Jean Jacques Rousseau. Il suo avvento risale agli stessi anni dei primi romanzi di Daniel Defoe e dei primi crolli del mercato valutario. […] È una creatura dell’illuminismo. (p. 9)
Dunque l’esordio della masturbazione come problema è la pubblicazione di Onania, testo scritto da John Marten (anche se apparso anonimo), «una sorta di chirurgo che scriveva pornografia medica soft» (p.11), con la finalità di promuovere la vendita di intrugli capaci di trattenere dal dedicarsi alla immonda pratica dell’autoerotismo. Tale è il successo dell’opera che ne vengono pubblicate più edizioni, e ogni volta la casistica si infittisce, e si ingigantiscono i danni correlati. Infiniti volumi, alcuni di taglio moralistico, a seguire prevalentemente medico-pedagogico (primo e particolarmente importante tra questi L’onanisme di Samuel Auguste Tissot (1760), che influenzò anche Kant e Voltaire) tratteranno a seguire il medesimo argomento, riproponendo sempre di nuovo la demonizzazione di un’attività che fino al secolo precedente era stata, al limite, oggetto di scherno in quanto succedaneo del rapporto erotico condiviso. Dall’espediente di un ciarlatano per vendere rimedi fittizi è proliferato un discorso che ha rimodellato l’opinione condivisa sulla natura del soggetto moderno. Il tempo dell’affermazione dell’individualismo e della libertà come orizzonte teleologico è così il medesimo della demonizzazione di una pratica in cui l’autonomia del piacere e la libertà di fruirne a volontà si manifestano in modo paradigmatico. Sfogo libero e senza freni dell’immaginazione, fuori da qualunque controllo esterno, l’autoerotismo rivela la sua natura non solo antisociale, ma mortifera. Laqueur sviluppa analisi interessantissime sulla relazione tra economia e masturbazione, era il tempo di Adam Smith e della nascita del pensiero economico, la mano invisibile che riporta al maggior bene collettivo l’azione individuale ed egoistica nel mondo economico è l’antitesi di quella che conduce l’immaginario sfrenato a una soddisfazione assolutamente autoreferenziale, escludendo dal mercato della socialità e della riproduzione.

Una svolta nel discorso è inscritta nel pensiero freudiano (che riprende la nozione di autoerotismo da Havelock Ellis), dove da patologia del desiderio si trasforma in tappa nel percorso di evoluzione verso la sessualità matura rappresentata dal coito eterosessuale. Ancora stigmatizzabile quindi, al di fuori della parentesi adolescenziale.

Ormai depatologizzata, la masturbazione vive una trasvalutazione virtuosa infine nella seconda metà del novecento, ad esempio nel pensiero e nella pratica femminista, che ne afferma i potenziali emancipativi.

Il libro di Thomas Laqueur, inoltre autore di un testo ormai classico come L’identità sessuale dai greci a Freud (Laterza, 1992), rende compiutamente alla luce una storia esemplare di come si articoli culturalmente l’emergenza e lo sviluppo di un oggetto di discorso, e di come un groviglio di sensi lo leghi ad altre pratiche e alle dominanti del pensiero del tempo in cui si manifesta. Un libro da leggere con una mano sola, l’altra impegnata a prendere appunti.




«Corset contre l’Onanisme place sur le sujet», G. Jalade-Lafond, Considerations sur les hernies abdominales, sur les bandages herniaires renixigrades et sur de nouveaux moyens de s’opposer a l’onanisme, Volume 1, Plate 13, Paris 1822

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