Meridiani
di Stefano Pietrosanti




Una malinconia diffusa di canuta polvere
sui larghi rettilinei dove l’ultimo sobborgo
si fa campagna, tra pini imbarazzati,
eterni contadini vestiti a festa.
Rime confuse di coincidenze confondono
un Borges troppo giovane con l’alba
sul marmo malinteso d’un Impero
che non è mai stato; il passatempo
dei versi e delle sillabe, osservando
un viso sconosciuto forse un amore?
è uno scorrere scomposto di secondi
a rincorrerne lo sguardo
dietro lenti scure.