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Kasparhauser ISSN 2282-1031

Psichiatria



Silvia D’Autilia
Corpo, bisogni e potere. Dalla vita degli uomini infami ai meccanismi di neoistituzionalizzazione

A voler essere sintetici, si potrebbe parlare di vite infami per indicare, senza particolari connotazioni temporali, esistenze ribelli e quindi sottoposte ai processi di applicazione del potere. Dal greco phēmē, "voce", infame non è solo l'individuo che porta con sé il sigillo della riprovazione sociale, ma anche "il senza racconto", "il senza voce": un'esistenza azzittita e privata della sua espressività. Ed è proprio questa negazione di espressione la cifra del giudizio d'infamia.




Marco Nicastro
Persone che potresti conoscere, ovvero il ribaltamento dell’intenzionalità

Più in generale, credo che stia proprio nell'indurre processi simili la pericolosità di questo mezzo di socializzazione virtuale, e di Internet più in generale: cioè nello stimolare continuamente la parte della nostra personalità e del nostro cervello che si muove in modo condizionato e irrazionale, un effetto facilitato appunto dall'alterazione della coscienza e dell'attenzione provocata dallo stare per ore davanti a uno schermo acceso.



Leonardo Tonini
Wittgenstein, la conferenza sull’Etica e l’autismo

Ogni umana opera, ogni teoria, ogni scritto, affonda le sue radici nella posizione sociale e nella psicologia dell'autore e, aggiungerei, nel periodo storico in cui l'autore si trova a vivere. Wittgenstein proveniva da un ambiente sociale e familiare molto particolari e aveva difficoltà nelle relazioni sociali. Era figlio di una delle più ricche famiglie austriache e, pur non avendo prove certe su questo, aveva dei tratti tipici dello spettro autistico ad alto funzionamento.



Marco Nicastro
Breve nota sul tempo

Cos'è il tempo? L'altra notte ho provato, tra frangenti d'insonnia, a darmene una spiegazione: la scansione costante di secondi, minuti e ore che segna e costituisce le nostre giornate. Ma cosa sono i secondi, i minuti e le ore se non tempo? Bisognerebbe definirli prima, per capire meglio.



Marco Nicastro
Il rapporto mente-cervello in psicologia clinica. Tra riduzionismo e valorizzazione della complessità

Negli ultimi anni, sempre più spesso sentiamo parlare di neuroscienze, termine con cui si indicano quelle discipline con ambizioni di scientificità “forte” – tipica di ambiti come la fisica, la chimica, la biologia ecc. – che studiano la struttura e l’attività biochimica del cervello e i loro nessi con il funzionamento mentale.



Alessandro Vero
La macchina del mito. La cura: critica della ragion psicologica

La vera questione, è se la psicologia sia uno strumento neutro diversamente utilizzabile nel gioco serrato delle parti che si fronteggiano nel contesto dato o sia invece uno strumento naturalmente, strutturalmente, inevitabilmente funzionale agli apparati ideologici.



Pierantonio Tanzola
Evento e rappresentazione: una questione

Esiste la possibilità di rappresentare gli eventi durante il loro presentarsi? Rappresentare un fenomeno significa dare sempre e comunque un'interpretazione; da ciò se ne deduce che per carpire un evento che si presenta nell'immediato tramite segni e codici si crea un fenomeno, analogia che riguarda indubbiamente il medesimo evento ma che appunto lo ri-guarda, non lo è immediatamente.



Giulia Rioli
Alle origini del problema dell’empatia. Etty Hillesum, Simone Weil, Edith Stein, Wanda Póltawska: viaggio tra psichiatria e filosofia del primo Novecento

La medicina, e la psichiatria in modo particolare, realizzano nel contesto del colloquio clinico un incontro con l'altro. In tale contesto, come teorizzato da Borgna e Gadamer, riveste un ruolo centrale l'arte della comprensione, o ermeneutica, che «ha a che fare con ciò che è indecifrabile e con la comprensione di quanto è imprevedibile nel bilancio della vita psichica e interiore dell'uomo».



Giacomo Conserva
La follia, a altro

Lo statuto della follia è sempre stato dubbio: dono degli dèi; espressione della fragilità umana e suo specchio; pura negatività; chiave verso un futuro.



Giacomo Conserva
Tre post sul “Libro Rosso” di C. G. Jung

Fra maggio e giugno di 3 anni fa vi fu sul mio blog un interessante e, penso, significativo scambio di post fra Bruno Meroni (eminente analista junghiano, del CIPA, che avevo da poco conosciuto personalmente a un seminario ove eravamo corelatori) e me.



Marco Nicastro
Osservazioni intorno a "Analisi terminabile e interminabile" di S. Freud, 1937

Così inizia Freud un suo illuminante scritto, sul tema della fine dell'analisi: L'esperienza ci ha insegnato che la terapia psicoanalitica è un lavoro lungo e faticoso. Perciò, fin dai primi esordi, sono stati effettuati alcuni tentativi miranti ad accorciare la durata delle analisi.



Enrico Valtellina
Thomas W. Laqueur: Sesso solitario. Storia culturale della masturbazione

Frugando di recente tra le cartelle cliniche tardo ottocentesche raccolte nell’archivio di un ex ospedale neuropsichiatrico, mi sono sorpreso a trovare indicata come eziologia di varie patologie mentali, mania, nevrastenia, lipemania, ebefrenia, l’onania compulsiva. Ancora più sorprendentemente, dopo un paio di decenni, nel nuovo secolo, ogni riferimento alla masturbazione scompare, se non come motivo di scandalo qualora praticata in pubblico.



Giacomo Conserva
Breve nota su Daniel Paul Schreber e il cosiddetto 'Caso Schreber', e cose correlate

L'autore viene radicalizzando quella sua critica al concetto di "persona", per far emergere la densità di quella figura di "terza persona" che, travalicando la relazione "Io-Tu", è forse in grado di costituire il nuovo orizzonte di senso in un'epoca connotata da un pervasivo individualismo appropriativo...





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