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2012


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A cura di Jacopo Valli




Errormanzia: glitch come divinazione
di Kim Cascone
(Traduzione di Jacopo Valli)


28 dicembre 2013

[...] divinare con gli aspetti dell’aria, la direzione dei venti, gli arcobaleni, gli aloni lunari, le nuvole, le immagini che si delineano nelle nuvole, le visioni aeree.

(Heinrich Cornelius Agrippa)

Per la mente umana, il glitch è un artefatto non voluto, un’interruzione momentanea dell’atteso comportamento da parte di un sistema guasto. In un istante esso cambia la relazione tra l’utente e quel sistema. Un glitch instilla sospetto, indicando che il sistema è inaffidabile, corrotto, inattendibile.

Questa è la visione più comunemente conservata dalla mente mentale-razionale, una coscienza prodotta dal vivere in una società meccanicistica tecnologica. Attraverso una forma di trattamento shock, siamo stati allenati ad entrare in panico quando qualcosa non va per il verso giusto. Dopo aver appreso gli elementi fissi di un sistema, impariamo a reagire a questi eventi intrusivi richiamando un elenco di suggerimenti risolutori, rapportandoli al problema sperando che uno di essi possa risolverlo.

Agli albori della storia dei media digitali, quando la scienza della correzione degli errori era nella sua infanzia, gli artisti scoprirono che i glitches potevano molto spesso produrre splendidi artefatti. E pertanto, più o meno come avveniva per la tecnica del “cut-up”, che essi potevano dar luogo a nuove giustapposizioni apparentemente senza logica. Come se fossero invocate o evocate da un tiro di dadi.

Ma la fortuna è una severa signora che appare solo quando se la sente; così, piuttosto che attendere che i glitches si verificassero, i content creators collezionarono e forgiarono accuratamente imitazioni di glitches — rendendole disponibili come presets, plug-ins, e clips in librerie multimediali. I falsi glitches poterono ora essere richiamati in ogni momento attraverso la semplice pressione di un pulsante.

Come risultato della sua facilità di riproduzione, il glitch proliferò come un elegante simbolo di disfuzione tecnologica, evocante un futuro distopico dove il controllo della macchina fosse finito male. Il glitch ha inoltre il beneficio aggiunto di rendere l’operatore un tecnico sofisticato, un cyber-artist agente ai limiti estremi della tecnologia.

Attraverso il suo abuso diffuso, da pubblicità televisive di profumi a remixes elettronici trendy, il glitch è stato neutralizzato, reso inefficace come effetto. È divenuto un tag di genere su iTunes.

Per contro, alcuni artisti usano il glitch non come artefatto ma come medium per prestigiare o divinare. Sapendo che un glitch si serve parassiticamente di un sistema come condotto per la consegna di inaspettata saggezza, essi si servono del glitch come dispositivo per la divinazione.



Errormante
When You cut into the present the future leaks out.
(William Burroughs)

Per la mente medievale un dispositivo divinatorio agiva come un medium attraverso il quale le profezie, i presagi e le benedizioni arrivavano: esso non produceva tali messaggi autonomamente, di per sé.

La divinazione era un modo per vedere nel regno al di là del mondo naturale, un mondo nascosto alla maggior parte degli individui e considerato vivo ed intelligente.

La mente medievale non vedeva l’universo come azionato da forze meccaniche, ma dalla sottile triangolazione di “metalli, nebulose e stelle”.

La superficie splendente di una lastra per la cristallomanzia, il fioco tremolio di una torcia in una camera buia, il nebuloso interno di una sfera di cristallo — questi dispositivi agivano come ricevitori, trasportando frammenti di saggezza da una realtà a-temporale, non-spaziale, non-manifesta: il reame superno del mundus imaginalis.

Nelle mani dell’artista adatto, il glitch può dar luogo a una breve rottura nel continuum spazio-tempo, ridistribuendo lo spazio psichico dell’osservatore, permettendo all’artista di stabilire un diretto contatto col reame superno.

Questa connessione è un potente strumento per qualsiasi artista, poiché permette la creazione di nuove permutazioni, combinazioni, residui e palinsesti.



Coordinate decomposte
[...] c’est aujourd’hui le territoire dont les lambeaux pourrissent lentement sur l’étendue de la carte.
(Jean Baudrillard)

Il glitch può fare di più che agire come dispositivo di divinazione, aprendo momentaneamente un portale sul reame superno — i glithces possono essere accumulati come data points ed essere usati come coordinate su di una mappa.

I glitches possono fornirsi come dati accidentali, deformi parole chiave, etichette recise, geroglifici criptati. Ogni successivo glitch aiuta più in là a definire il precedente constantemente affinando un confuso fulcro.

Un cluster di glitches può delineare un contorno, definire un’area, tracciare una strada attraverso uno spazio inesplorato. Questo spazio è uno “spazio potenziale” n-dimensionale ed i glitches possono essere utilizzati per navigarlo, scovando inaspettati patterns e fortuite giustapposizioni, svelando contenuti subliminali.

È molto facile quando si opera con nuovi strumenti multimediali riempire dischi rigidi di files sonori, sessioni di lavoro su worksations audio digitali, foto e video da fotocamere digitali, esperimenti Photoshop, illustrazioni e disegni, et cetera. Cartelle in cartelle di versioni, revisioni, studi ed esperimenti scartati.

Siccome si tratta solo di dati possiamo modellarne il contenuto come uno spazio o terreno fisico. Navigare questo spazio coi glitch può aiutare a scoprire un’essenza, una venatura nascosta nei dati — più o meno come una bacchetta da rabdomante è utilizzata per scovare sacche d’acqua sotto terra. Operare coi glitches può modellare un sentiero attraverso questo terreno, tracciare un approccio, formulare un’obliqua strategia.

Piuttosto che usare una preconfezionata idea dimensionale di come un glitch appaia o suoni, gli artisti dovrebbero utilizzare strumenti che permettessero loro di evocare glitches aprendo il processo di scopertà alla probabilità — senza intenzionalità. In altre parole, questi strumenti funzionerebbero come l’I-Ching per Cage o la Oblique Strategy di Eno piuttosto che come un deterministico e ripetibile/ripetitivo effetto prodotto ad arte dai content creators.

Quando si usano questi strumenti per navigare lo spazio della possibilità è importante ricordare che l’artista lavora solo sul piano meccanico o fisico.

In ordine di operare al massimo potenziale, ogni opera d’arte deve essere sviluppata su tre livelli: il mentale, l’inconscio e il fisico. L’uso di uno di questi senza gli altri rende l’opera incompleta ed inadatta a fornire il massimo potenziale disponibile all’artista. Usati assieme, essi possono agire come un potente conduttore creativo e di prestigiazione simbolica.


Marcel Duchamp, Pharmacie, 1914


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