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come si accede al pensiero





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2012


Philosophical culture quarterly


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Chaosmografie II. Teleologia | Æsth-etica
di Jacopo Valli



Mémoire et révolte


Une preuve bien certaine de l’infirmité de notre mémoire, c’est notre ignorance de l’avenir.
(Léon Bloy)

Il Passato è di certo passato: non più che ricordo nel Presente che È. Eppure: nella sua forma/sostanza, esso è presente: è il Presente stesso, che nasce morto. E pure è il Futuro — proiettiva menzogna —, che non è che i perpetuamente passati presenti a venire, dove tale avvento non è che illusorio, immaginato, talora sperato, ed irrealizzabile in una forma eventuale che sia giustappunto Evento e non Avvenire (ora, come Processo: non futuribile Forma) dantesi già qui ed ora, quale eternalmente in-attuale, aiònico, presente: Presente che nemmeno più ha necessità di darsi tale nome, allorché liberato dall’ostaggio cronologico; Presente che è forse intendibile come Presenza, e come furtiva Presenza senza refurtiva, che non lascia tracce (dove? in che Altro?), né dimora in alcun luogo (Altro: quale?): Presenza come fattività formale/sostanziale, materiale; come eternal datità dell’Essere Ni-ente che È senza essere Cosa; Presente Presenza di con — differenziale aiònico infinitamente complessificante ed irrisolvente [nonché esaurito nella propria inesauribilità staticamente dinamica non risolutiva, non definente, non limitante, né formalizzante secondo la tensione ideale accompagnante ansie restaurative o volte ad un Avvenire inteso come Evento, come futuribile forma Altra, da raggiungere, e, magari, da stabilizzare e difendere, contro ogni possibilità e necessità ontologica].

Empiamente santo odio di Kronos: odio della Memoria, della proiezione, e della Moda intesa come trend: tutte idealità, quando non pure ideologie.
Odio della memoria come condizione d’ostaggio: non della memoria “in sé”. Odio del Ricordo [e della Nostalgia: entusiasmo del cieco che immagina il suo passato da vedente sognando di poter più tardi (...) riaprire gli occhi, nell’istante precedente la cecità] come prigione; come condizione rivelantesi fruttuosa anche nel Risentimento, generatore di speranza — protesa al fittizio, fallace Futuro — ed asservimento. Per contro, una memoria come critica riserva di consapevolezza — peraltro rendente impossibile pure quel Perdono prima correttamente deprecato da Schopenhauer e più tardi decostruttivamente demolito — parmi essere necessaria. Almeno allorché s’intenda esser sovrani del/nel proprio vivere/morire che S’Èjeunes conservateurs (ullallà!): de la Révolte.


Geometric Horsehair, Untitled, 2013



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