Kasparhauser





Rivista di cultura filosofica

2017


Home


Monografie


Culture Desk


Ateliers


Chi siamo


Info


La filosofia è un’ingegneria concettuale*
di Luciano Floridi

26 aprile 2017


PERCHÉ L’ERA DELL’INFORMAZIONE COMPORTA UNA QUARTA RIVOLUZIONE?

Tre rivoluzioni hanno trasformato non solo la nostra comprensione del mondo ma anche di noi stessi: quella Copernicana (non siamo al centro dell’universo), quella darwiniana (siamo parte del mondo animale), e quella freudiana (non siamo del tutto trasparenti a noi stessi). L’informatica e le sue tecnologie ci presentano oggi una quarta rivoluzione, che possiamo definire di Turing: condividiamo la realtà, vista sempre più come una infosfera, con molti altri agenti, sia animali, sia artificiali, e non siamo individui separati ma organismi-informazioni, nodi di una rete che sopravvivono e prosperano grazie alle informazioni di cui possono usufruire.


IN CHE MODO IL CAMBIAMENTO OPERATO DA QUESTA RIVOLUZIONE INCIDE SUL MONDO NEL QUALE VIVIAMO?

Sta cambiando il modo stesso in cui vediamo il mondo. Stiamo abbandonando una “metafisica” newtoniana, in cui le cose reali sono solo quelle materiali, percepite dai sensi, inanimate, a favore di una “metafisica” che considera reale tutto ciò che interagisce con noi (anche quando è virtuale), e vede, dietro al mondo fisico e materiale, una realtà fatta di relazioni, interazioni, transizioni di stati, campi… in poche parole di strutture informazionali. La natura fisica dell’Essere è solo l’interfaccia mediante la quale la realtà informazionale si presenta ai sensi di organismi informazionali come noi.


COME MUTA ANTROPOLOGICAMENTE LA NOZIONE DI ESSERE UMANO NELL’ERA DELL’INFORMAZIONE E A SEGUITO DELLA QUARTA RIVOLUZIONE?

Visto il cambiamento della nostra metafisica al quale accennavo prima, è facile interpretare noi stessi come delle speciali microstrutture informazionali. Speciali non per le ragioni che ritenevamo un tempo (si vedano sopra le quattro rivoluzioni) ma perché, per quel che ne sappiamo oggi, siamo le uniche microstrutture informazionali che sono anche coscienti, intelligenti, e libere. Siamo in grado, per un certo periodo di tempo, di rimanere stabili e contrastare l’entropia, migliorando la nostra esistenza, facendo piani per la nostra vita, riflettendoci sopra. La morte è il ritorno di queste microstrutture informazionali alla grande struttura informazionale che è l’Essere, per dirla con dei paroloni. È un po’ come se fossimo del software, una struttura ordinata che per un certo tempo emerge dalle stringhe di bits, si organizza, riesce a svilupparsi, sopravvivere e prosperare interagendo con successo con la realtà (non solo materiale) che ci circonda. Alle lunghe questo software perde la sua conformazione per diventare altro, una diversa stringa di bits che continua pur sempre ad appartenere alla memoria che, in questa analogia, è l’Essere. Oggi Genesi 3, 17-19 si potrebbe forse riscrivere così: “Tornerai alla struttura informazionale dell’Essere [terra], perché da essa sei stato tratto: informazione [polvere] tu sei ed in informazione [polvere] ritornerai“.


UNA NOZIONE FILOSOFICA CHE POSSA ESSERE RIDESCRITTA A PARTIRE DALLA NOZIONE DI INFORMAZIONE?

In realtà la filosofia dell’informazione offre una nuova prospettiva innovative su tutta la riflessione filosofica, quindi è difficile scegliere solo una nozione filosofica che essa ridescrive. Per esempio, in etica il concetto di agente è completamente modificato dalle nuove forme di “agentità smart” rappresentata da robot sempre più abili (anche se non intelligenti), e in epistemologia stiamo rivedendo la nostra definizione di conoscenza sulla base del concetto di informazione (dati ben formati, dotati di significato, e veridici nei confronti del loro referente) invece che su quello di credenza (il concetto di belief ancora così caro alla filosofia analitica anglosassone). Quello che forse conta maggiormente è una visione diversa della missione che oggi al filosofia può avere, non più limitata all’analisi concettuale, ma estesa soprattutto al disegno (nel senso di design) di costrutti concettuali che possano essere utili per la comprensione e la risoluzione dei problemi molto seri che oggi l’umanità affronta. Si tratta, in poche parole, di rivedere la filosofia stessa come ingegneria concettuale per la vita, piuttosto che come gioco intellettuale in attesa della morte. Credo che due ingegneri come Cartesio e Wittgenstein sarebbero contenti di questa svolta.


QUAL È IL POSTO DELLA RELIGIONE E DELLA POSSIBILE ESISTENZA DI DIO NELLA FILOSOFIA DELL’INFORMAZIONE?

Questa domanda è in realtà una “zappa sui piedi”, perché non solo non ho una risposta plausibile, ma sto ancora cercando di capire da dove si possa iniziare a formularne una. Me la autoimpongo per due ragioni. Anzitutto perché ogni filosofia degna di questo nome è escatologia, cioè discorso sulle cose ultime, e la domanda su Dio è l’ultima delle cose ultime, oggi si direbbe la madre di tutte le domande filosofiche. Se la filosofia dell’informazione vorrà mai essere qualcosa di più di uno specialismo per pochi, dovrà fare i conti con la sfida escatologia. E in secondo luogo perché è la domanda dalla quale sono partito ormai trent’anni fa da studente quando, con l’ingenuità e il coraggio che si possono avere solo da teenager, mi sono avvicinato alla teoria dell’informazione (Shannon, Dretske e molti altri) per cerca di capire il concetto di rivelazione. Fu l’inizio di un lungo percorso, che per ora mi ha solo fatto perdere la fede, e trasformato in un agnostico. Ma spero che la strada ancora da fare riservi un lieto fine di comprensione, qualsiasi sia la risposta che finirò per trovare più convincente. Mi auguro solo che ci siano tempo e intelligenza a sufficienza.

* La presente intervista è apparsa sul sito di Codice Edizioni in occasione dell’uscita del volume La rivoluzione dell’informazione di Luciano Floridi, 2012.

Luciano Floridi è direttore di ricerca e professore di filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford.



Home » Ateliers » Saperi

© 2014-2017 kasparhauser.net