Kasparhauser
come si accede al pensiero





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2012


Philosophical culture quarterly


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A Study in Emerald / Uno studio in verde
di Neil Gaiman

(A cura di Fracesco Forini)
27 novembre 2012




II. La stanza

Victor’s Vitae! Un fluido elettrico! Avvertite un’atrofia alle gambe e nelle parti basse? Ripensate ai giorni della vostra giovinezza con invidia? I piaceri della carne sono ormai morti e sepolti? Il fluido Victor’s Vitae riporterà la vita in tutti quei posti in cui la vita se n’è andata da molto: anche il più vecchio brocco potrà di nuovo tornare ad essere un fiero stallone! Fa resuscitare i morti: da un’antica ricetta di famiglia e dal meglio della scienza moderna. Per ottenere delle attestazioni garantite sull’effettiva efficacia del fluido Victor’s Vitae si prega di scrivere alla compagnia V. von F. all’indirizzo 1 B Cheap Street Londra. (1)


Era una pensione modesta a Shoreditch. C’era un poliziotto davanti alla porta.
Lestrade lo salutò chiamandolo per nome e gli fece segno di lasciarci passare, io ero pronto ad entrare ma il mio amico si chinò sulla soglia ed estrasse la sua lente dalla tasca della giacca.
Esaminò il fango che era rimasto sul raschietto in ferro battuto rimuovendolo con l’indice. Solo quando si sentì soddisfatto del suo operato ci lasciò entrare.
Andammo al piano di sopra. Si poteva dedurre facilmente quale fosse la stanza dove era stato commesso il crimine: a guardia di questa c’erano due grassi poliziotti uno a fianco all’altro.
Lestrade fece cenno ai due agenti e questi si fecero da parte lasciandoci entrare.
Come ho già detto non sono uno scrittore di professione e, sapendo che le mie parole non avrebbero potuto far giustizia, ho esitato a descrivere quel posto. Tuttavia ho iniziato questo racconto e temo che dovrò continuare. Un omicidio era stato commesso in quella piccola stanza. Il corpo, o quello che ne era rimasto, stava ancora lì sul pavimento.
Lo vidi, ma per qualche strana ragione fu come se non me ne fossi accorto immediatamente. La prima cosa che notai fu ciò che era schizzato e sgorgato uscendo dalla gola e dal petto della vittima: era di un colore che andava dal verde-bile al verde- erba.
Era stato assorbito dal tappeto, alquanto logoro, ed era schizzato sulla carta da parati. Per un momento immaginai l’opera di un artista diabolico che aveva voluto creare uno studio in verde smeraldo.
Dopo un lasso di tempo che mi sembrò durare alcuni secoli spostai il mio sguardo sul cadavere, che giaceva a terra squartato come un coniglio sul bancone di un macellaio, cercando di dare un senso a quello che avevo visto.
Mi tolsi il cappello e così fece anche il mio amico. Si inginocchiò ed ispezionò il cadavere esaminando le ferite e gli sfregi, poi estrasse la sua lente d’ingrandimento andò verso il muro ed esaminò le macchie di icore che si stavano ormai seccando.
“L’abbiamo già fatto” disse l’ispettore Lestrade.
“Davvero?” disse il mio amico. “Allora cosa ne pensate di questo? Credo che sia una parola”.
Lestrade si diresse nel punto in cui si trovava il mio amico e guardò con attenzione verso l’alto.
Sulla carta da parati, ormai ingiallita e che pendeva a brandelli, poco al di sopra della testa di Lestrade c’era una parola scritta in stampatello, in quel color verde sangue (2). “R-A-C-H-E…?” disse Lestrade scandendola ad alta voce. “Chiaramente stava cercando di scrivere ‘Rachel’ ma è stato interrotto. Quindi dobbiamo cercare una donna ….”
Il mio amico non disse nulla, andò verso il cadavere e ne sollevò le mani, l’una dopo l’altra. La punta delle dita era priva di tracce di icore.
“Penso di aver constatato che non sia stata sua Altezza Reale ad aver scritto questa parola” “Cosa diamine le fa dire —?”
“Mio caro Lestrade, la prego di darmi un po’ di fiducia, ho del cervello. Il corpo non è chiaramente quello di un uomo — il colore del sangue, la fisionomia, gli occhi, la posizione della faccia, tutte queste cose ci dicono che si tratta di un membro di sangue reale.
Sebbene non possa definire a quale linea reale appartenga, azzarderei tuttavia che si tratta di un erede, forse ...no, secondo nella linea di successione al trono … in uno dei principati tedeschi.
“Ciò è sorprendente” Lestrade esitò, poi disse “Questo è il principe Franz Drago di Boemia, si trovava ad Albion ospite di Sua Maestà la regina Vittoria. Era qui per una vacanza e per cambiare un po’ l’aria.
“Forse intende per i teatri, le prostitute e le bische”.
“Se pensate che sia cosi” Lestrade rivolse il suo sguardo altrove “Comunque lei ci ha dato una bella dritta riguardo a quella donna, Rachel, ma senza dubbio saremmo riusciti a scoprirlo da soli”.
“Indubbiamente” rispose il mio amico. Continuò ad ispezionare la stanza commentando diverse volte, con un tono acido, che i poliziotti con i loro stivali avevano oscurato le impronte e avevano spostato degli oggetti che si sarebbero potuti rivelare utili a chiunque avesse tentato la ricostruzione degli eventi accaduti la notte precedente.
Sembrava che fosse interessato ad analizzare un mucchietto di fango che aveva trovato dietro la porta. Accanto al caminetto, inoltre, sembrava ci fossero delle tracce che potevano essere cenere o sporco.
“Lo ha notato questo?” chiese a Lestrade.
Lestarde replicò “La polizia di Sua Maestà tende a non eccitarsi molto quando trova della cenere in un caminetto visto che questo è l'unico posto dove tendenzialmente potrebbe esser trovata”e ne ridacchiò.
Il mio amico prese un pizzico di cenere e se la passò fra le dita poi annusò i residui. Infine prelevò un pezzo del materiale rimasto e lo mise in una fiala di vetro che posizionò poi nel taschino interno della sua giacca.
Si alzò in piedi “E il cadavere?” Lestrade disse “Il palazzo manderà i propri uomini.” Il mio amico mi fece un cenno e ci dirigemmo insieme verso la porta, infine sospirò “Ispettore, la sua ricerca della signorina Rachel potrebbe rivelarsi infruttuosa. Fra l’altro Rache è una parola tedesca che vuol dire vendetta.”
“Controlli pure nel suo dizionario, non ci sono altri significati”.
Raggiungemmo il piano terra e ci avviammo lungo la strada poi mi chiese “Non ha mai incontrato personalmente alcun membro della famiglia reale prima di stamane, non è vero?”. Io scossi la testa facendo cenno di no. “Ecco, vederne uno potrebbe essere snervante se non si è preparati. Perché mio buon amico — sta tremando?! —
“La prego di perdonarmi, mi riprenderò nel giro di qualche minuto.”
“Le gioverebbe fare una passeggiata?” chiese e io acconsentii, la cosa sicura è che se non avessi iniziato a camminare avrei potuto mettermi ad urlare. “A Ovest allora” mi disse indicando la torre nera del palazzo, e ci avviammo”.
“Dunque” disse il mio amico dopo un po' “Lei non ha mai incontrato personalmente nessuna testa coronata d’Europa? —
“No” risposi.
Lui disse — Penso di poter affermare con sicurezza che lo farà molto presto e non con un cadavere questa volta —.
“Mio caro amico, cosa le fa credere che — ? —
In risposta lui indicò una carrozza verniciata di nero che si era fermata a circa cinquantacinque iarde da noi (3). Un uomo con un cappello nero a cilindro e un lungo cappotto (4) si mise di fianco allo sportello tenendolo aperto e aspettando in silenzio. Un blasone, familiare a tutti i bambini di Albion, era stato fregiato in oro sullo sportello della carrozza.
“Ci sono inviti che non possono essere rifiutati” disse il mio amico. Si tolse il cappello di fronte al valletto a mo’ di inchino e credo che stesse sorridendo quando salì nell’abitacolo a forma quadrangolare e si adagiò sul morbido schienale di pelle.
Quando tentai di parlargli durante il tragitto verso il palazzo si mise un dito sulle labbra invitandomi al silenzio poi chiuse gli occhi e sembrò sprofondare nei suoi pensieri. Io invece cercai di ricordarmi ciò che sapevo sulla nobiltà tedesca ma, a parte il fatto che il consorte della regina Vittoria, il principe Alberto, era tedesco, ne sapevo ben poco.
Misi una mano in tasca e tirai fuori una manciata di spiccioli-marroni e argento, neri e verde rame, poi iniziai a guardare l’effigie della regina stampata sulle monete, mi sentii al contempo patriottico e fortemente terrorizzato. Dissi a me stesso che una volta ero stato un militare pertanto ero estraneo alla paura e riuscii a ricordarmi fin quando tutto ciò era stato la pura verità.
Per un momento riuscii persino a ricordarmi le mie doti da tiratore – mi piacque anche ripensare a quando ero una specie di tiratore scelto – ma la mia mano destra iniziò a tremare come se fosse paralizzata e le monete iniziarono a battere una contro l'altra tintinnando e l'unica cosa che provai fu il rimpianto.


(1) Non potendo tradurre il nome in italiano si perde una lieve sfumatura del significato; in inglese, infatti, il nome della via è “Strada economica” alludendo perciò anche al costo del prodotto e lasciandone dedurre la sua scarsa qualità. Ndt.

(2) Il color verde sangue, penso inesistente, rimanda a due ipotesi interpretative: avendo il principe Franz Drago abitudini libertine ed essendo moralmente dissoluto si potrebbe rinviare all’idea di “corruzione del sangue” elaborata da Lovercraft. La seconda ipotesi potrebbe essere che il sangue sgorgato dalla vittima possa rappresentare una fonte di rinascita; essendo di colore verde potrebbe infatti preannunciare una “primavera del mondo” cioè una rigenerazione del mondo secondo gli schemi dei restaurazionisti.

(3) Una iarda equivale a 0.914 metri quindi 55 iarde sono circa 50 metri. Ndt.

(4) Il Great coat è un tipo di cappotto pesante, spesso usato nelle uniformi o dai militari. Ndt.



Vai al Capitolo I. Il nuovo amico
Vai al Capitolo III. Il palazzo
Vai al Capitolo IV. La rappresentazione
Vai al Capitolo V. La buccia ed il nocciolo

Ritratto di Frederick George Abberline in un giornale d’epoca,
ca 1888, 1889.

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