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Kasparhauser ISSN 2282-1031

Heidegger e i Quaderni neri
A cura di Marco Baldino



2021

Marco Baldino
Silentium. L’autodistruzione della filosofia

Dell'essere quindi non si può dire nulla, una baluginante presenza silenziosa che lumeggia nell'aura dell'ente, un cuore indeterminabile e, allo stesso tempo, misteriosamente capace di garantire il radicamento degli enti in qualcosa che li supera, qualcosa che non è afferrabile, ma che ne fonda il senso. Il meccanismo è puramente mistico, come si vede...



2016

Guido Cavalli
Il doppio errore di Heidegger

Heidegger rifiuta di vedere che il nazismo sceglie l’ebraismo come ciò che resiste alla volontà di totalità, che resiste come alterità. Heidegger si rifiuta di inserire questo elemento nel suo pensiero, perché in fondo questo — la irriducibilità dell’uomo biblico alla storia dell’essere — è l’elemento che lo accomuna al nazionalsocialismo. Questa comunanza, che nella sua forma storica agisce nel pensiero heideggeriano senza essergli disponibile, rimane nel suo pensiero come una responsabilità mancata, una macabra risonanza.



Jonathan Daudey
Heidegger a Gerusalemme. Nancy e la Banalité de Heidegger

Nancy manda Heidegger a Gerusalemme. Nancy ascolta ciò che l’accusato ha da dirci, come Hannah Arendt fu attenta ai discorsi di Eichmann. Svela, secondo il titolo del suo libro, un antisemitismo profondamente banale. La lettura dei Quaderni Neri, vista in prospettiva con le opere filosofiche, reclamava una contestualizzazione storica che finalmente il libro di Nancy costruisce.



Guido Cavalli
Exitus, esilio, salvezza.
Per un’altra lettura dei Quaderni Neri

C'è qualcosa di abissale che qui, nei Quaderni, si rivela, e che sarebbe necessario approfondire... È qualcosa che Heidegger tocca oscuramente... È la nostra radice biblica, la forma della storia come esilio, come "speranza che passa attraverso gli abissi dell'Egitto e di Babilonia, della notte dei Getsemani, della croce, di Auschwitz, di ogni oscurità e di ogni corrompimento, fino all'Apocalisse".



2015

Vladimir D’Amora
Riflessioni sulla filosofia dell’hitlerismo: Agamben, Lévinas, Heidegger

Questo, un sommario compendio del testo di Lévinas da cui Agamben prende le mosse per tentare quello che Derrida, nei suoi terminali Seminari su Bestia e Sovrano, liquida alquanto gratuitamente, forse superficialmente, ossia il situare la relazione fra Heidegger e il nazismo nella prospettiva della biopolitica moderna...



Christian Fuchs
Antisemitismo e tecnofobia: il quarto volume dei Quaderni neri di Martin Heidegger (1942-1948)

Heidegger vede in atto una cospirazione mondiale. Nel 1946 chiede: "Per quanto ancora dominerà la furia calcolatrice? O essa sta addirittura solo cominciando a imporsi come la legge della macchinazione (Machenschaft)?". Nel 1948, specifica la natura di questa macchinazione, che coinvolgerebbe cultura, tecnica e religione ebraica.



Guido Cavalli
Heidegger: antisemitismo dell’altro inizio

La frattura che incrina il pensiero greco originario, quando ellenizzandosi incontra l’orizzonte storico del monoteismo ebraico è la radice profondissima dell’antisemitismo heideggeriano. Heidegger stesso non la riconosce, parla come se quella frattura fosse tutta interna al pensiero greco.



Roberto Fai
Donatella Di Cesare e gli «Schwarze Hefte» di Martin Heidegger

"Mi viene spesso voglia di porre loro una semplice domanda: ma avete mai letto Essere e tempo"? In questi termini, rivolgendosi - per parafrasare Heidegger - "innanzitutto e per lo più" a tutti, Jacques Derrida, nel 1988, prendeva le distanze dal provocatorio e discusso saggio di Victor Farías.









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