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Romero Britto, Lincoln Road Gallery, Miami


Kasparhauser ISSN 2282-1031

Politica



Istituire la vita: da Georg Simmel a Roberto Esposito
di Roberto Fai

Ricordavamo sopra come nella lapidaria frase di Calvino si avvertisse l'eco di quel filosofo del forse - Georg Simmel -, grande sismografo dello Zeitgeist che, tra fine ottocento ed inizio '900, coglieva con straordinaria intensità l'ambivalenza, il conflitto e la tragedia della cultura moderna, prendendo di petto l'inquietudine che fenderà sempre più il "soggetto novecentesco" - immerso in quella che egli stesso definiva «l'intensificazione della vita nervosa» -, nella morsa di una radicale dinamica di differenziazione che segnerà irreversibilmente l'oscillazione dialettica o il contrasto tra la "vita" e le "forme".



L’«erotica politica» nel Simposio di Platone
di Roberto Fai

È come se Platone avesse voluto mettere in scena una potente allegoria, giocare la finalità allusiva di un’«erotica filosofico-politica». Come se il luogo di provenienza di Diotima (la città di Mantinea) servisse a riscattare l’immagine di un’Arcadia, povera ma giusta, genuina e pacifica, “soglia” anch“essa tra physis e nomos (divino), la quale aveva cercato di esprimere ed esperire la propria singolare autonomia, come contrappunto di innocenza naturalistica — una sorta di «topos originario» e comunità umana, la cui forma-di-vita s’era scandita nel vivo intreccio di un legame tra mythos e logos, tra physis e dike...



Foucault: liberismo, neoliberismo, gouvernementalité
di Marco Baldino

Credo che oggi, al giorno d'oggi voglio dire, per quel che i tempi hanno aggiunto di definitivo alla storia del socialismo, sia lecito chiedersi che diavolo è il “tardo capitalismo”. Ricordo che se ne parlava negli anni °70, e allora più o meno qualcosa ci si capiva. Ma siamo ancora in una fase come quella? o è un ritardo di linguaggio, o di pensiero? E poi: “tardocapitalismo e neoliberismo” - anche questo -, il chiacchiericcio, l’infinitamente mal compreso “neoliberismo”…, Siamo sicuri poi che sia neo- e non, per esempio, semplice liberismo?



Se la libertà non ha un senso. Una nota su “Neoliberismo, rivoluzione digitale e morte del futuro” di Lorenzo Lasagna
di Guido Cavalli

Una pluralità di istanze (economiche, culturali, simboliche, psicologiche, antropologiche) hanno raggiunto e istituito nel “capitalismo” una sorta di patto di reciprocità, di vicendevole riconoscimento per cui di fronte a diversi fattori di mutamento la risposta non è mai univoca, sistemica, dialettica ma contingente e incompiuta, irrazionale.



Neoliberismo, rivoluzione digitale e morte del futuro. Appunti per una lettura di Realismo Capitalista di Mark Fisher
di Lorenzo Lasagna

L’intuizione più rilevante di Fisher riguarda la dimostrazione dell’inconsistenza tetica del realismo capitalista, vale a dire il fallimento della sua ambizione più letterale, quella di porre, di stabilire, un piano di realtà. A conti fatti, la conoscenza derivata dall'applicazione di un modello radicalmente realista (imperniata sulla rimozione degli ordini simbolici), si rivela insoddisfacente, incompleta. Ecco allora il fallimento paradossale: "La fine del simbolico porta non a un confronto diretto con il reale, ma a una specie di emorragia del reale stesso".



Leonardo Tonini
Peter Sloterdijk: Quello che ci tiene uniti

La prima evidenza è che la nostra società è caduta in uno stress da autoconservazione che richiede prestazioni straordinarie. La durevolezza degli stili di vita viene percepita come sempre più problematica. Si parla infatti sempre più di sostenibilità, ed è questo un termine che già in sé è un sintomo della latente insicurezza che circonda la civiltà presente, che si percepisce come sempre più sul baratro di un collasso sociale.



Marco Baldino
Foucault: socialismo e razzismo

Antisemitismo, razzismo, sono cose vecchie, che preesistono alla formazione di ciò che Foucault chiama “razzismo di stato”. C’è tuttavia un momento in cui lo stato si appropria dell’antisemitismo in vista di uno spostamento verso l’esterno della guerra come guerra (guerra tra stati) e in cui la guerra interna viene interdetta. Al posto di quest’ultima compare una politica di salute pubblica che si sostituisce al tema dello stato quale strumento di dominio di una razza sull’altra e alla guerra fra razze in senso a un medesimo stato, si sostituisce il tema di uno stato biologicamente omogeneo.



Leonardo Tonini
Ricordare il futuro. A proposito di Bloch e Benjamin

Il conformismo, era questo il nemico di ogni movimento rivoluzionario. Chi ha letto Sorel, sa di cosa sto parlando, così come chi conosce il futurismo italiano e tutte le avanguardie. La temperie culturale era quella, con la differenza che nel primo dopoguerra, gli anni Venti, vi era un desiderio di giustizia sociale che poi è stato soppiantato da un desiderio di ritorno all'ordine.



Roberto Fai
L’anomalia italiana

Appaiono pertanto chiare le ragioni del perché la particolare antropologia politica che connota gli attuali "umori" dell'opinione pubblica italiana porti il segno di una profonda disaffezione, di un radicale malessere, mentre cresce la percentuale di quanti non solo non vanno più a votare, ma assegnano alla sfera politica nel suo insieme, una bassissima capacità di resa e di presa consensuale, facendo declinare l'anomalia italiana nel quadro di uno "stato" di emergenza infinita.



Marco Baldino
Apocalittici e catecontici. Gorgia, Parmenide, Hegel e la fine

Quindi il parricidio originario è esattamente ciò che serve affinché l’uomo occidentale e la sua civiltà nascano e non ciò che ne impedisce l’autentico sviluppo. Gorgia è pertanto il pensatore che coglie, prima di Platone, l’impossibilità, per il pensiero, di continuare a permanere nella casa del padre Parmenide e le condizioni di possibilità affinché il pensiero nasca come pensiero filosofico.



Guido Cavalli
L’educazione, o la responsabilità del passato. Alcune note

Educare contro il passato non è possibile, è una manifestazione di hybris smisurata - forse ancora più pericolosa in chi, come la Arendt, sinceramente è animato dal più fervido umanismo redentore - capace solo a chi ritenga che la propria assoluta volontà e i suoi astratti imperativi siano fondamento e sostanza sufficiente per un mondo completamente rinnovato, che l’uomo in sé, proprio e solamente quando denudato di ogni vincolo e riconoscenza e debito morale, possa essere demiurgo di una terra senza il male.



Marco Baldino
Ernst Tugendhat: Nietzsche, egualitarismo e differenzialismo

Sommarietto redazionale: Tugendhat] mette in guardia dai tentativi di minimizzare gli attacchi di Nietzsche al principio di eguaglianza tra uomini e si oppone alla moda che ne annacqua la violenza di pensiero e lo vede festeggiato dappertutto come moderno contemporaneo.



Marco Baldino
L’egualitarismo radicale detto di Babeuf

Per Babeuf tutto ciò che un membro del corpo sociale possiede al di sopra della sufficienza è il risultato di un furto ai danni degli altri coassociati. Bisogna che le Istituzioni tolgano...



Marco Baldino
Comunismo e stalinismo, Lukács e Solženicyn

«Sono stato nel ventre del drago, nel suo ventre rosso e ardente. Lui non mi ha digerito e mi ha rigettato ... E io sono venuto a testimoniarvi come si sta laggiù, nel ventre del drago»...



Marco Baldino
Il comunismo Hentai

Hentai è una parola giapponese che significa "anormale", "pervertito" ... Secondo il filosofo francese Jean Baudrillard vi è qualcosa di sconcertante e perfino di terrificante nella scomparsa dell’illusione a vantaggio del solo reale, cosa che lui chiama l'osceno...



Jacopo Valli
La comunità inutile

Ne La communauté inavouable, Maurice Blanchot dichiara che la comunità non è una forma ristretta della società, così come non tende né alla fusione né nella comunione








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