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Kasparhauser ISSN 2282-1031

Teologia



2017

Emanuele Angeleri
Cose che si sperano, cose che si vedono. Ebrei 11,1. Secondo Lutero

Il termine fede che ci accingiamo ad analizzare è quello arrivatoci attraverso il cristianesimo con la parola greca πíστισ (pístis), che è stata tradotta in latino con fides, da cui deriva il corrispondente termine italiano fede. Avvertiamo subito che il vocabolo greco e quello latino, rimontando entrambi a radice indoeuropea, sono parenti stretti sul piano etimologico, in quanto connessi alla radice greca πεíθειν
.


Guido Cavalli
Credo quia absurdum

Prendere sul serio il cristianesimo, ovvero prendere sul serio qualcosa di assurdo: questo Baldino ribadisce, e il suo intervento si colloca, amio giudizio, lungo quella direttrice mai domata dell’apologetica, della teologia, della filosofia e della letteratura cristiana degli ultimi duemila anni, da Tertulliano a Kierkegaard, dallo Pseudo-Dionigi a Dostoevskij, che non ha mai perseguito una corrispondenza tra rivelazione e logos
.


Alessandro Volta
Whitehead e la teologia dell’evoluzione

La teologia processuale considera il mondo come un processo con una direzionalità definita, afferma il primato del divenire sull’essere; nega una visione puramente meccanicistica della realtà fisica e sostiene una visione indeterminata del mondo
.


2016

Guido Cavalli
La questione del peccato

Inevitabilmente, abbiamo rigettato la parola “peccato”. Ora dobbiamo confrontarci con il fatto che, senza peccato, la nostra teodicea rimane vuota, e incapace di problematizzare il male. Senza peccato la nostra moralità è diventata solo retorica.



2015

Silverio Zanobetti
Jean-Luc Nancy e la decostruzione del cristianesimo.

Nancy si chiede "quanto è cristiano l'occidente" e "quanto è occidentale il cristianesimo", rifiutando l'interpretazione di un'affermazione della modernità in funzione anticristiana. Anzi Nancy mostra in che senso il cristianesimo (anzi, il principio strutturante dietro di esso) abbia contribuito a generare l'Occidente.



Luigi Straneo (Pee Gee Daniel)
Teodicea e panteismo in Moby Dick

Moby Dick ci si mostra costantemente indeciso, per quanto concerne la natura di Dio, tra una rassegnazione fideistica verso un dio onnipotente ed eterno, le cui volontà ultime restino per l'uomo affatto imperscrutabili, lo smarrimento atterrente che coglie chi si avverta posto al cospetto di un dio impotente e forse malvagio e, da ultimo, l'ipotesi di una coesistenza dei due principi (del bene e del male) di scuola manichea.



2014

Marco Baldino
Vattimo e le aporie della Kenosi

Il Dio dal volto umano, il Dio che guarda agli uomini non come a servi ma come ad amici. È un dato tuttavia che la teologia kenotica non si sogna nemmeno di negare che questo Dio è e resta il disceso dal cielo, il disceso la cui rinuncia è anche ciò che necessariamente rinvia alla sua numinosa sovranità.



Marco Strona
Fabro e Kierkegaard: la lezione esistenzialista

L’aspetto principale di Kierkegaard su cui Fabro intende soffermarsi riguarda il paradosso del mistero dell'Incarnazione, per il quale è stato reso possibile l'incontro tra il tempo e l'eternità mediante il salto della fede espresso nel momento, nell'attimo della temporalità.



Francesca Brencio
Heidegger e il cristianeismo

Il rapporto che Heidegger ha vissuto per tutta la sua esistenza con la religione è una delle questioni più intime e problematiche di cui si interessa la critica. Riflettere sulla dimensione religiosa in Heidegger è una sfida audace, la quale implica il riconoscimento di alcuni influssi che il suo pensiero accolse.



2013

Marco Baldino
Prendere sul serio il cristianeismo

Che vorrà mai dire fare sul serio con il cristianesimo? Paolo ha fatto sul serio e Paolo gonfia, trincia, spacca, interpreta in un modo che definire strong sarebbe solo un pallido riconoscimento della violenza ermeneutica con cui interviene nelle cose altrui...



2012

Marco Baldino
Essere giusti con santa Teresa d’Avyla

Si dice che libro di Julia Kristeva su santa Teresa D’Avyla (Teresa, mon amour, tr. di A. Piovanello, Donzelli 2009) sia una profonda riflessione sul nostro attuale bisogno di credere...



Marco Baldino
Il paradosso di Spaemann

Gli uomini della tarda modernità avrebbero dimostrato di non volere affatto il superuomo, bensì solo l'ultimo uomo, «quello che crede che la felicità sia divertimento, una vita piena di comodità, in cui si consumano le droghe»...



Francesca Brencio
Robert Spaemann e Nietzsche

Lo scopo del libro di Spaemann è voler riportare l’uomo ad un dialogo con Dio, cercando di oltrepassare il residuo nichilista e relativista che tanta parte occupa sulla scena della modernità...



Francesca Brencio
Resurrezioni

“Più di uno guardando questo quadro può perdere la fede” - queste sono le parole che Dostoevskij, nell’Idiota, mette in bocca ad un personaggio parlando del dipinto di Hans Holbein il Giovane, Il Cristo nella tomba. E questo stesso quadro è ciò che provocò allo scrittore russo un violento attacco di epilessia quando lo vide, nel 1867, a Basilea...








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