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Chaosmografie
Io non flirto con Aristotele. Sono: Carne solare: già anche lunare. Ra che è Horus al suo stesso orizzonte. E pur aureo [ardente] albeggiare. Sonoro silenzio d'Arpocrate - cageano 4':33''. Ra-Hoor-Khuit e [è] Hoor-Paar-Kraat ? Heru-Ra-Ha


Collocazione rappresentazionale dell'opera d’arte
Sono necessarie contestualizzazione e ricostruzione storica in funzione della comprensione di un'opera o di un autore? Certamente, possono essere importanti o tornare utili, per ragioni eminentemente cronicistiche, o afferibili a eventuali intenzionalità "autoriali"; tuttavia, la questione storica ed il contesto particolare sfumano.


Dell’estetizzazione dell’Essere
Il 18 maggio dell'anno 1920 secondo il calendario gregoriano, Raymond Queneau ebbe a scrivere: «L'infini n'existe pas. L'univers est fini quoique illimité. Il n'y a pas de place pour Dieu».


Dissipazione e salvezza
Una volta morti, è come se, pur permanendo come sostanza che si è da sempre, per sempre [senza coscienza necessaria d'esserla; senza accessoria coscienza d'esser di ciò coscienti] non si fosse mai stati, se non nella memoria dell'altro, che ci assorbe tenendoci in ostaggio.


Essere suono e luce
Nulla di sensazionalistico, o - tanto meno - mellifluo: è una questione fisiologica, fisica, e ontologica, quindi totalmente razionale (non nel senso di un razionalismo positivistico volgarizzato e pratico). Se noi è Essere e quest'ultimo [ovvero noi, anche] è energia eternamente vibrante a diversi gradi di densità, è anche vero, non essendovi separazioni di piano ontologico tra i modi dell'Essere [non essendo o potendo essere il Nulla], che noi è anche la luce visibile.


Il paradigma sacrificale e la prospettiva tragica
Consideriamo l'episodio della crocifissione: il fatto che il Cristo sia non solo uomo ma anche Dio, dovrebbe consentire la definitiva estromissione del meccanismo sacrificale alla base del periodico rinnovarsi del patto sociale.


Immanenza onirica
Parossisticamente, in metaforica oscurità, sgranare gli occhi ed iniziare a vedere come gatti, attraverso il Tapetum lucidum razionale


La comunità inutile
Ormai, non solo s'è nella «comunità di chi è senza comunità» ma solo accomunato dalla morte che non permette comunione; non solo questa comunità non serve a nulla, come pure afferma Blanchot...


La minaccia di guerra
Non è inutile opporre ai rinnegamenti degli uni o alle scappatoie degli altri un piccolo numero di affermazioni senza equivoco. 1. Il combattimento è la stessa cosa che la vita. Il valore di un uomo dipende dalla sua forza aggressiva...


Materia e narratività
La narrazione implica e presuppone la visione: non si dà narrazione senza immagini. Cionondimeno, le immagini, primariamente afferibili ad una dimensione presentazionale ed antenarrativa, non ne implicano necessariamente una narrativa.


Noia e senso
Ogni umano - ma anche ogni altro ente/modo, con la differenza che l'umano, per ragioni neurofisiologiche, vive la proiezione temporale in modo differente da altri animali non umani, e da altri enti vegetali, minerali, et cetera - è sia tempo ch, e spazioche in sé non esistono, coincidentemente.


Note a margine della fine
La fine del mondo è, eventualmente, eminentemente la fine del mio mondo, che sono dipendenza fisiologica, organica... che la fine del mondo decreta la mia stessa fine.


Somministrazioni
Non uso: se non c'è uso, non c'è usarsi [pure nel caso di un libertinismo spirituale come celebrazione di un dono, o anche prassi escatologica della possibile chiamata e resurrezione desiderata e concessa da un'ipotetico Altro che agisce come un ladro di notte], non v'è complessità: o meglio, essa non viene meno di certo — al contrario: tutto in essa concorre, compresa ogni rigidità, rimessa e rimozione —, ma non c'è esperienza della complessità in quanto [come, da parte della-]; complessità. Infine, intendo: nemmeno più esperienza di-, ma più-che-autocosciente esperire.


Tanit
Il dono o l'abbandono è tale che al limite non vi è nulla da donare e nulla da abbandonare, e il tempo stesso è soltanto uno dei modi in cui questo nulla da donare si offre e si ritira come il capriccio dell'assoluto (Maurice Blanchot, La communauté inavouable).


Vajra. Grimorio antenarrativo
Il bianco, fuori dalla persiana, scovati tutti i colori scomposti, piegati e riposti. Acidificato specchio anamorfico detriticolo necessariamente melanconico.


0 = 2 | Il solitario
Se ognuno è solo, ciò tuttavia non significa che una persona sola non possa intrattersi con altre persone sole.


0 = n | L’Osceno
Se la metafisica è il reame del compiuto (del finito come limitato), e non il suo contrario, l'osceno è anch'esso sempre una rappresentazione; ed il suo Altro, lo stesso. Considerando la dicotomica dialettica sacro/profano, otteniamo che il profano stesso è sacro rispetto al sacro, e nondimeno attraverso quest'ultimo delimitato e serrato in una scena, in una quantificabile rappresentazione perimentralmente garantita e ordinatamente asservita alla condizione duale.


Jacopo Valli

Mantova, 1985. Dopo il diploma di maturità linguistica, si iscrive alla facoltà di scienze giuridiche, senza portare nulla a conclusione; quindi, si iscrive al DAMS col medesimo esito; infine, si iscrive a filosofia, senza nemmeno considerarsi studente. Forse entrerà al conservatorio. Stacanovista dell’ozio e del non-fare, manierista dell’inconcludenza e dell’in-disciplina, intenderebbe riuscire a circondarsi fino alla morte della compagnia di cose belle e piacevoli, senza dover ricorrere alla sottomissione al lavoro. Si intrattiene con diversi strumenti e non-strumenti musicali, e forse a breve aprirà un piccolo studio di registrazione personale. Colleziona dischi, ma non per venderli o tenerli sotto chiave. Tra le altre cose, odia le scarpe da ginnastica, i maglioni azzurri, e la gerarchia. Tra le altre cose, ama i velluti, i profumi all'ambra grigia, e la psichedelia. Col progetto Geometric Horsehair, concepito come flessibile ed antigerarchico, indugia in un lavoro concettuale, gnostico razionale, che si esprime attraverso le diverse cosiddette forme artistiche. Ha pubblicato alcuni lavori “poetico-speculativi” tra cui Vajra e Chaosmografie. Coredige, dal 2012, la rivista on line "Kasparhauser". Non crede nemmeno al suo nome, ma si concede d’usarlo.

geometrichorsehair@gmail.com


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